martedì 17 giugno 2014

La bestia nel corpo dell'angelo

Autrice: Sheyla Bobba
Editore: SBC
Uscita: gennaio 2010
Disponibile in versione cartacea e ebook

C’è una sola cosa che non ho compreso del libro “La bestia nel corpo dell’angelo” di Sheyla Bobba: perché qualcuno l’ha odiato e criticato? Così sta scritto, proprio all’inizio, e sinceramente non ne vedo il motivo.
“La bestia nel corpo dell’angelo” racconta la Fibromialgia, malattia non mortale ma invalidante, anche se in Italia non è riconosciuta come tale, ne descrive dettagliatamente cause e sintomi. Ma questo libro non è un compendio di medicina, anzi, è la testimonianza della malattia vissuta dal punto di vista di chi ne porta il peso e da chi vuole, pretende di far sentire la propria voce. Pertanto l’elenco dei sintomi, quando presente, è funzionale a farne comprendere tutte le implicazioni, a spiegare a chi non sa, perché veramente non sa e non ha mai provato, cosa significa sentire male alle braccia e alle gambe costantemente, cosa vuol dire essere rallentati in tutto e fare il doppio della fatica per raggiungere i risultati che gli altri ottengono senza sforzo. Perché purtroppo è lì che si innesta il pregiudizio, è quando la gente crede che in fondo tu sia svogliata, o depressa, o lagnosa, che il tuo sia un problema “psicosomatico” e come tale assolutamente immaginario.  È quando ti chiede prestazioni che non sei in grado di fornire, oppure, al contrario, ti tratta pietosamente come una bambola di porcellana. È quando neanche i medici talvolta ti danno corda, perché non sono abbastanza aggiornati, perché sono convinti che i “veri malati” siano altri. Invece la Fibromialgia è qualcosa di reale e, a tutt’oggi, di scientificamente rilevabile, anche se lo stato ancora non  se n’è accorto. E quindi vorrei dire GRAZIE a Sheyla Bobba, per aver condiviso un pezzo della sua vita, per averci fatto assaggiare quanto il gesto più banale possa essere spossante per un malato di Fibromialgia, per averci fatto immedesimare nella sua quotidianità, e tutto ciò senza vittimismo anzi, al contrario, con grande grinta e coraggio. Sheyla Bobba ci parla di sé, del suo problema, lo dettaglia in tutti i risvolti, ma non si piange addosso. Ci informa e ci fa identificare con lei. Solo così possiamo comprendere, e non compatire.

© Copyright Elena G. Santoro giugno 2014

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